Proverbi catanzaresi

  • A tuttu cc'è riparu, nno a la morta.   (A tutto c'è riparo, no alla morte.)
  • Cu campa e speranza disperatu mora. (Chi vive di speranza muore disperato)
  • Fighiu e gattu, surici pijia.  (Il figlio del gatto prende il topo.Tale padre tale figlio.)
  • Gabbu cogghia, jestima no.  (L'invidia colpisce, il malocchio no.)
  • L'acqua guglia e u porcu è alla muntagna.  (L'acqua bolle e il porco è stato portato in montagna. è tardi).
  • Pratica i megghiu toi e facci i spisi.  (pratica le persone migliori di te e falli rimanere a bocca aperta)
  • Dui sugnu i cuntenti.. cu ava tuttu e cui non ava nenta. (due sono le persone contente.. chi ha tutto e chi non ha niente)
  • Chiddu chi dassi è perdutu.  (quello che lasci è perso)
  • Cu s'apprica assai prestu mora. ( chi si applica assai muore presto)
  • Cu campa e speranza disperatu mora. (chi vive di speranza disperato muore)
  • A tuttu c'e riparu no ala morta. (a tutto c'e riparo no alla morte)
  • U megghiu vinu si ficia acitu. ( il vino migliore è diventato aceto)
  • Cicciu toccami ca mamma vò. (Ciccio toccami che mamma vuole. Quando si viene istigati a fare qualcosa che si vuole fare ma non si può)
  • Petru tira e Maria 'mbutta.  ( Pietro tira e Maria spinge. Quando ci si aiuto l'uno con l'atro nei momenti di difficoltà
  • Puru i pulici hannu  a tussa. ( Pure le pulci hanno la tosse. Quando un bimbo vuole sottomettere una persona adulta.)
  • U cana muzzica u sciancatu. (il cane morsica la persona povera che ha già bisogno.)
  • Tira a petra e ammuccia a manu. (tira la pietra e nasconde la mano. Quando si fà qualche danno e non si ammette di averlo fatto)
  • Cu pecura si fa u lupu su mangia.  (chi pecora si fa il lupo se lo mangia)
  • Trovara n'amicu è accussi raru comu nu jornu senza ventu a Catanzaru. (trovare un amico è cosi difficile, come trovare un giorno senza vento a catanzaro)

5 commenti:

  1. Ottima idea: rispolverare la saggezza popolare!

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  2. Una correzione su "U gabbu cogghja, a jestima no".

    Non è tanto che le due cose siano concatenate. Innanzitutto ci vorrebbe un libro intero per definire adeguatamente il termine "gabbu": oggi il significato si è spostato rispetto alle origini della parola, la maggior parte di noi giovani lo interpreta come "jella", ma non è così; "gabbu" è più che altro "invidia" oppure "scherzare su qualcosa", chiarisco meglio con un esempio:
    "Si ficia gabbu, e ci cogghìu (in realtà cogghju) " vuol dire "lui scherzava su questa cosa, e alla fine gli è successa davvero".
    Il detto ha un significato che è più o meno quello di dire: se auguri qualcosa di terribile a qualcuno (na jestima), non gli succede nulla; se invece lo invidi scherzandoci su, in maniera sottile e/o celata (gabbu), gli succede davvero qualcosa (u gabbu cogghja).
    Altra cosa: "fohra gabbu" non vuol dire "stia lontano il malocchio"; in origine il termine era più simile a "senza cugghjuniàra".

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    1. Utile precisazione! Io l'ho sempre inteso come spieghi tu "lui scherzava su questa cosa, e alla fine gli è successa davvero". Un esempio è quello di sfottere qualcuno perché ha fatto una brutta figura e in men che non si dica ritrovarsi a farne una ancora peggiore! Oppure, in senso ancor più fastidioso, biasimare con superiorità il comportamento di qualcuno o la situazione in cui versa per poi immancabilmente ritrovarsi in quella medesima realtà. Comunque ho trovato questa pagina perché non sapevo come scrivere proprio questo detto che mi ricorda sempre che è meglio non giudicare!

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    2. farsi gabbu di qualcosa significa scherzare o dileggiare i difetti di qualcuno, ad es dileggiare qualcuno con la gobba facendogli rimarcare questo anomalia fisica. Con il passar de tempo a chi si faceva gabbu o un suo parente spesso avrebbero sofferto dello stesso scherno, cioè avrebbero presentato anomali fisiche. Gabbu non è invidia, gabbu significa dileggiare in modo umiliante una persona per un suo difetto fisico.

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